venerdì 4 aprile 2008

Umberto Eco, giacobino e jettatore

E bravo l’Umberto. In un’intervista al Pais spara a zero sull’Italia. Quella che ovviamente non gli piace. Praticamente tutta. Il solito giacobinismo intellettual-birignao-provocatorio un tanto al chilo.
Ma non pronuncia una-parola-una contro il neo-liberismo. E soprattutto contro la crescente precarizzazione della vita. Ai giovani consiglia di ritirarsi nei boschi e di vivere come eremiti... Fino a quando non sarà finito tutto. In che modo ? Lui non dice.
Poi (che grande scoperta!) se la prende con la classe dirigente italiana, perché troppo vecchia. E qui il giacobino si fa iettatore. Perché dice di sperare, e fortemente, nella morte dei dieci più vecchi e potenti d’Italia.
Del resto che cosa ci si può aspettare da uno che ha scritto La struttura assente: niente uomini, niente società, niente valori ma solo segni e gesti. Praticamente soltanto nuvole fumo... Comunque sia, consigliamo a quei dieci di darsi una grattatina… E’ semiologia anche quella…
Comunque sia, non crediamo che i nostri guai siano dovuti "solo" a dieci vecchioni. Il problema è di struttura presente e consistente. E soprattutto di americanizzazione strutturale (aridanga...) della vita economica. Un argomento spinoso, perché c’è di mezzo l’amico amerikano… Che, il giacobino-iettatore Eco, si guarda bene dal criticare radicalmente, a parte qualche battutina su Bush ( tanto del presidente-petroliere già parlano male tutti...).
Domanda: ma come mai Eco, che è così bravo, non ha ancora scritto una semiologia dell’americanismo? Un bel tomo di cinquecento pagine. Facile. Il professore ha mandato a memoria quell'operina di Baldassarre Castiglione, di cui però non ricordiamo il titolo...
A proposito, Eco quanti anni ha ? Settantasei...  Quasi quasi faremmo undici.
Carlo Gambescia

P.S.
Per l' intervista di Eco :

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