giovedì 24 aprile 2008

Il libro della settimana: Piero Ignazi, Partiti politici in Italia, il Mulino, Bologna 2008, pp. 148, euro 8,80.
  

https://www.mulino.it/isbn/9788815125309


Piero Ignazi è professore di Politica comparata e Sistema politico dell’Unione europea nell’Università di Bologna. Di lui ricordiamo, tra le numerose pubblicazioni sui partiti italiani, Il Polo escluso (il Mulino 1998, 2° edizione rivista e aumentata, 1° edizione 1989): il primo studio politologico di alto profilo scientifico sul Movimento Sociale Italiano. Una ricerca che ancora oggi fa testo.
Pertanto Ignazi era ed è lo studioso più indicato per tracciare un efficace ritratto delle principali forze politiche sorte e sviluppatesi negli anni Novanta. Scopo al quale ha dedicato, appunto, quest’ultima sua fatica (Partiti politici in Italia, il Mulino, Bologna 2008, pp. 148, euro 8,80). Che esce in “Farsi un’idea”, un' eccellente collana di sintesi sui più diversi temi nell'ambito delle scienze sociali e umane.
Come già accennato i partiti presi in considerazione sono in larga parte quelli del dopo Tangentopoli: Alleanza Nazionale, i cosiddetti post-democristiani nelle varie sfumature e correnti, Forza Italia, Lega Nord, Pds-Ds-Pd, Rifondazione Comunista. E ne sono studiati i riferimenti culturali, la classe dirigente, la forma organizzativa e l’elettorato di riferimento.
L’analisi di Ignazi si ferma, grosso modo, alla fine del 2007, preannunziando, seppure fra le righe, la crescita di Forza Italia e Lega. Poi confermato dalle elezioni di questa primavera. Per certi aspetti - lo "scienziato" Ignazi non ce ne voglia - si tratta di un volume “quasi” profetico. Dal quale, ne siamo sicuri, hanno largamente attinto i commentatori, soprattutto giornalistici, prima, durante e dopo le elezioni 2008.
Forza Italia è definito un “partito patrimonial-leninista via etere”, ma ormai ben strutturatosi nel territorio e in grado di parlare a tutti i ceti sociali. Come viene evidenziata anche la grande capacità di radicamento della Lega, nonché la notevole abilità politica di Bossi.
Quanto alla sinistra, Ignazi ne spiega le contraddizioni legate a certo elitismo di fondo, e alla conseguente incapacità del Partito Democratico e di Rifondazione di aggregare elettoralmente i più diversi ceti sociali, formulando praticabili proposte politiche di governo. Infine impietosi, ma politologicamente giustificati, i ritratti di An e post-democristiani. Visti, sostanzialmente, come partiti a rimorchio di Forza Italia e del Partito Democratico.
Ovviamente il lettore non si aspetti voli pindarici. Ignazi si muove ideologicamente nell’alveo di una logica sistemica. E pertanto i partiti sono collocati e giudicati lungo l' asse conservazione-progresso, o per metterla in termini giornalistici: riforme/non riforme. Tuttavia si tratta di un testo rigoroso, ottimo per una prima documentazione, nonché chiarissimo. Ignazi, a differenza di altri politologi, scrive molto bene. Il che, con questi chiari di luna, non è poco.

Carlo Gambescia 

Nessun commento:

Posta un commento