martedì 29 aprile 2008

Comunali Roma

La vittoria di Alemanno



Non volevamo commentare la vittoria di Alemanno. Ma è bastata un’occhiata ai giornali per cambiare idea. La grande stampa organica al centrosinistra, per non parlare di quella di sinistra, è già partita all’attacco definendo la vittoria del genero di Pino Rauti, come una specie di seconda “Marcia su Roma”.
Ora, noi non neghiamo, che vi siano sottopelle e spesso pure in superficie, in certi esponenti minoritari della destra post-missina nostalgie neo-fasciste, più ispirate però al fascismo-regime (ordine, sicurezza, eccetera), che al fascismo-movimento (socializzazione, eccetera). Ma crediamo che quel blocco di potere favorevole a Rutelli, si riposizionerà subito, passando a destra. E di conseguenza, i giornali di centrosinistra, a meno che Alemanno non commetta qualche errore spettacolare (ma a nostro avviso nulla cambierà, a parte qualche vigile in più in strada, qualche piccola concessione ai tassisti, e la solita manfrina sui fondi destinati al sociale ), assumeranno un atteggiamento più neutrale. Il potere è un collante fortissimo. E Alemanno ha sempre mostrato di capirlo: in cinque anni come ministro è riuscito a non farsi alcun vero nemico a sinistra (a cominciare da Pecorario Scanio...). Un fatto che spiega anche questa vittoria romana.
Poi c’è un altro problema che impedirà svolte “decisive”, anche sul piano dei grandi lavori pubblici promessi da Alemanno. La macchina comunale è completamente nelle mani di una dirigenza di centrosinistra che farà “melina”. E con la quale Alemanno, abile com’è, patteggerà. Nessuno, insomma, si farà male. Infine il blocco di potere romano, rappresentato, soprattutto dai costruttori, vuole soprattutto investire nell'edilizia privata e di lusso... Comunque staremo a vedere.
Pertanto non crediamo in alcuna “marea nera”. Al massimo Roma, sprofonderà nel grigiore post-democristiano …
I saluti romani, a parte il valore che continuano possedere all'interno di alcune lunatic fringes (minoranze che politicamente non contano nulla), sono ormai puro folclore, di cui i dirigenti post-missini ridono, trattando questi militanti come buffi bimbetti che giochino a imitare, con in testa un enorme cappello piumato, i nonni bersaglieri, morti e stramorti...
Piuttosto tutta la sinistra, invece di gridare al lupo fascista, incominci a riflettere sulle cause della sconfitta. I “padroni” di oggi come i “padroni” di ieri, troveranno un accordo anche con Alemanno, come con chi verrà dopo di lui.

Questo è il vero problema.

Carlo Gambescia 

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