lunedì 7 aprile 2008

Blogosfera

Tra narcisismo e beduinismo





Tra le componenti psicologiche dello scrivere, inteso come “pubblicare”, va ricordata anche quella narcisista: si scrive per influenzare gli altri e in certa misura manipolarli. Finendo così per "godere" - ecco qui affiorare il narcisismo - dell’ autorevolezza e della “fama” che lo scrivere porta con sé, anche quando non si superino i proverbiali dieci lettori...
Insomma, lo scrivere, anche per la causa più nobile, implica strutturalmente lo sviluppo di una posizione di potere personale. Una situazione che può essere messa al servizio, e per varie ragioni, di altre posizioni di potere. E così via, lungo la scala micro-macro.
Ora, sotto questo aspetto, chi scrive su un blog è sicuramente più libero di chi pubblica su un giornale. Dal momento che il potere che il singolo blogger sviluppa non è al servizio di altri poteri. Mentre lo scrivere, diciamo così, in conto terzi, di regola, implica sempre forme di censura e autocensura. Ma anche l’accettazione di regole circa i contenuti e il linguaggio. E questo spiega anche la notevole differenza di stile e tono che si nota tra un post e un editoriale giornalistico. In genere il linguaggio blogger è decisamente più esplicito. Ma anche i contenuti sono decisamente non ortodossi.
E’ un bene o un male? Non è facile rispondere. Scorgiamo due possibilità.
La prima: quanto più un blogger sceglie di andare controcorrente tanto più aumenta il rischio di isolarsi dal punto di vista societario e politico.
La seconda: quanto più il blogger si uniforma al mainstream giornalistico, tanto più rischia di scivolare nel conformismo.
Alcuni però sostengono che la blogosfera potrebbe costituirsi in contro-società. E dunque sostituirsi, fornendo nuovi strumenti politici, a una società che "ci" piace sempre meno. Va però detto che all’interno della blogosfera (come spazio micro), sembrano prevalere le stesse divisioni presenti nella società (lo spazio macro) che si combatte. Frutto di quelle linee di separazione ideologica, prodotte dalle battaglie ideologiche novecentesche. Di qui, sul piano organizzativo, quella logica del beduino, largamente applicata dai blogger nei termini di una coazione a ripetere: il nemico del mio amico è mio nemico; l’amico del mio nemico è mio amico, eccetera. Una logica priva però di quella compattezza, circa gli ideali di fondo (“Cambiare un mondo che non piace”), che invece contraddistingue, rendendola fortissima, la società che si combatte basata invece sull'idea opposta (“Conservare un mondo che piace”).
Ma c’è dell’altro. La blogosfera sembra potenziare, privilegiandolo, certo narcisismo insito nella natura umana, grazie alla autoreferenzialità dello strumento-blog. Il che però rende strutturalmente difficili i rapporti tra blogger, attenti a coltivare il proprio piccolo orticello di lettori adoranti. Il che può solo saziare, e neppure più di tanto, solo un ego frustrato.
Concludendo, e fatte le dovute eccezioni (e qui pensiamo anche all’ottimo lavoro di "aggregazione" portato avanti da Comedonchisciotte (http://www.comedonchisciotte.org/site/index.php), diciamo che la blogosfera, oggi, sembra essere in bilico tra narcisismo e beduinismo.
Il che è piuttosto preoccupante. 

Carlo Gambescia

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