mercoledì 20 febbraio 2008

Voto utile, ma per chi?




Non c’è che dire, va sempre peggio, politicamente parlando. Come dimostra la spudorata richiesta di un “voto utile”, sia da parte del centrodestra, sia del centrosinistra. Ma in che cosa consisterebbe il "voto inutile"? Nel votare in massa per Veltroni e Berlusconi... Dietro il voto utile, insomma, si nasconde, come i nostri lettori ormai sanno, il veltrusconismo... Ma non è di quest'ultimo che oggi desideriamo parlare.
Una premessa: la democrazia non è solo pubblico dibattito ma anche decisione. A un certo punto si deve decidere. E di regola la decisione “funziona” meglio, se viene presa da forze omogenee in termini ideologici, di programma e di interessi elettorali.
Pertanto si dovrebbe sempre scindere tra il momento del dibattito e quella delle decisione. Ci spieghiamo meglio.
Sotto il profilo del dibattito va sempre data voce a tutte le forze politiche. Ciò significa che sul piano elettorale il sistema proporzionale è quello che assicura la maggiore rappresentatività democratica. Mentre non lo è, purtroppo, sul piano delle decisione, perché implica la necessità di formare coalizioni governativa, che spesso rappresentando componenti politiche diverse, risultano, se ci si passa la battuta, indecise a tutto.
Perciò il punto fondamentale - se vogliamo essere rigorosi - non è quello di non votare per i “partitini”; criterio, a nostro avviso, profondamente antidemocratico, perché uccide il dibattito parlamentare, finendo per alimentare quello extraparlamentare, con gravi rischi per la democrazia. Ma quello di separare istituzionalmente - benché non essendo noi costituzionalisti resta difficile indicare in dettaglio come... - il momento del dibattito da quello della decisione. Permettendo in questo modo, magari attraverso la creazione di una “camera” pubblica di ascolto del Paese (al posto di quella attuale dei deputati), la separazione tra i due momenti. Affinché, il governo in carica (che potrebbe essere eletto su basi maggioritarie), possa, auspicabilmente contare, assumendosi le proprie responsabilità per cinque anni, su una maggioranza fortemente coesa, e così decidere, senza infinite, e spesso inutili, discussioni interne, ma dopo - ecco il punto importante - aver ascoltato tutti, come impone la discussione democratica. Si tratta solo di un'idea, peraltro imperfetta, sulla quale ci piacerebbe che i lettori intervenissero. Perché crediamo che il ruolo di un blog, non sia solo quello di fare giornalismo di informazione e di inchiesta, peraltro utilissimo, ma anche di far circolare contenuti. O comunque, almeno tentare.
Di conseguenza, e concludiamo, insistere sul voto utile maleodora di inganno “politico” e soprattutto di strenua difesa dello status quo. Infatti, come ormai ripetiamo da tempo, i programmi politici del centrodestra e del centrosinistra sono praticamente identici. Pertanto voto "utile". Ma per chi? Di certo non per gli italiani.

Carlo Gambescia

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