giovedì 20 luglio 2006


Profili/31
Charles Austin Beard 



Charles Austin Beard (1874-1949) resta probabilmente lo storico americano più famoso della prima metà del Novecento. Anche in termini quantitativi: nel corso della sua vita Beard ha infatti venduto 12 milioni di copie dei suoi libri, alcuni in veste di molto diffusi manuali scolastici ( si veda James J. Martin, Charles A. Beard: A Tribute, "The Journal of Historical Review, vol. 3, no. 3, pp. 241, ihr@ihr.org).
Il che, è sicuramente un criterio di giudizio molto americano, che però fa capire in concreto, come Beard sia riuscito a mantenersi indipendente dall'establishment accademico e politico da lui così aspramente e "documentatamente" criticato. Prima pubblicando un'opera come An Economic Intepretation of the Constitution of the United States ( 1913, trad. it. Interpretazione economica della Costituzione degli Sati Uniti d'America, Feltrinelli, Milano 1959), dove rivela in modo storicamente ineccepibile, l'estrazione sociale conservatrice dei Padri Fondatori, smascherando così la natura classista della Costituzione americana. Poi pubblicando una serie di studi metodologici e storici, a cominciare da The idea of National Interest (1934) fino ad American Foreign Policy in the Making 1932-1940. A Study in Responsabilities (1946, trad. it. Storia delle responsabilità. La politica estera degli Stati Uniti, Longanesi, Milano 1948) e The President Roosevelt and the Coming of the War (1948), dove accusa Roosevelt di aver condotto, una guerra imperialistica contro Giappone e Germania, ingannando il popolo americano.
Charles Austin Beard nasce nel 1874 a Knighstown, nell'Indiana rurale, da una ricca famiglia di agricoltori, molto impegnata nella vita pubblica locale. Studia al DePauw College (a Greencastle, nei pressi di Indianapolis) dove si laurea nel 1898. Poi passa alla Columbia University per studiare filosofia e storia. Consegue il dottorato nel 1904. Geniale, iperattivo, addirittura, secondo alcuni, un "uomo elettrico", si reca in quegli stessi anni in Inghilterra, per approfondire i suoi studi di storia, economia e letteratura presso l'Università di Oxford (1899-1902), dove partecipa alla fondazione del Ruskin Hall "Labour College" femminile. Nel 1907 inizia a insegnare storia e scienze politiche alla Columbia. Dalla quale, nel 1917, si dimette per solidarietà con tre professori licenziati per le idee pacifiste. Da quel momento inizia il suo esilio accademico. Nonostante ciò Beard contribuisce alla fondazione della New School for Social Research (1919, primo nucleo della celebre università newyorkese che dal 1933, allargando il suo campo di studi e interessi, accoglierà illustri studiosi tedeschi vittime delle persecuzioni antisemite ); approfondisce i suoi studi sull'organizzazione del governo locale (nel 1923 viene invitato a Tokio, come prezioso consigliere per la ricostruzione amministrativa della città, dopo il disastroso terremoto di quell'anno). E, cosa più importante, prosegue le sue ricerche da storico "indipendente, aiutato dalla moglie, Mary, molto impegnata, a sua volta, nelle battaglie femministe e sindacali. Nel 1926 Beard viene nominato Presidente dell'American Political Association, e nel 1933 dell' American Historical Association. Saranno questi gli ultimi onori elargitigli dall' establishment accademico e politico. Infatti, soprattutto negli anni Quaranta, a causa delle sue dure prese di posizione contro la politica estera di Roosevelt, viene totalmente emarginato. Le accuse che gli vengono rivolte dalla storiografia ufficiale filo rooseveltiana sconfinano nell'attacco personale. Ad esempio Samuel Eliot Morison, storico di Harvard, lo liquida accusandolo di essere solo un "un vecchio pazzo".
Beard muore nel 1949, a settantaquattro anni, ucciso da una grave forma di anemia.
La sua ricerca si è sviluppata lungo tre direttrici: l'interpretazione economica della storia politica americana; la metodologia storica; la pianificazione e sviluppo del governo locale urbano. Qui approfondiremo solo la prima direttrice.
Beard ha sempre rifiutato "l'arruolamento" d'ufficio nella storiografia marxista. E con ragione. La sua analisi è fondata su una specie di materialismo storico e sociale, privo però dell'elemento dialettico-filosofico, e di una qualsiasi adesione alla filosofia politica marxiana. La sua analisi storica è basata sulla contraddizione reale (perché storicamente documentata come nel caso dei Padri fondatori e della politica estera rooseveltiana) tra le grandi dichiarazioni di principio ("libertà per tutti" o "mai in guerra") e il gioco degli interessi economici concreti, prodotto dalla stratificazione di classe e dalla volontà di dominio delle élite politiche ed economiche. Di qui anche la ricchezza e profondità della sua analisi storiografica. Frutto di amore, degno di uno storico autentico, per il documento economico ( si veda ad esempio la tuttora illuminante l'analisi beardiana della condizione professionale dei padri fondatori, tutti ricchi proprietari, o comunque benestanti). Ma va ricordata anche la debolezza politica del suo moralismo storico: certamente nobilissimo, ma sostanzialmente legato all'ideale di una società americana, composta di liberi produttori indipendenti (possibilmente tutti agricoltori e piccoli imprenditori), e soprattutto economicamente e politicamente isolazionista (Beard parla di "Continentalism").
Un'ideale politico, tutto sommato, molto "populist".

Charles Austin Beard è autore di 47 libri (6 scritti con la moglie Mary, e 24 con altri collaboratori), e di circa 150 articoli scientifici. Oltre a quelli citati, ricordiamo i seguenti volumi: The Industrial Revolution (1901), American Government and Politics (1910), The Economic Origins of Jeffersonian Democracy (1914), The Economic Basis of Politics (1922), The Rise of American Civilization(voll. I-II, 1927, con Mary Ritter Beard), The Open Door at Home (1934), America in Midpassage (1939, con Mary Ritter Beard vol. III di The Rise, cit.), The American Spirit (1943, con Mary Ritter Beard vol. IV di The Rise, cit.), The Beards' Basic History of the United States, con Mary e William Beard, 1944, 196o, trad. it. Storia degli Sati Uniti d'America, Cappelli, Bologna 1960). Su Beard si legga la buona biografia di Clyde W. Barrow, More Than a Historian: the Political and Economic Thought of Charles Austin Beard, Transaction Publishers, New Brunswick and London 2000 (www.transactionpub.com).

Carlo Gambescia

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